Commemorazione Vittorio Verdecchia
Ripatransone – 22 settembre 2019
Ripatransone 22 settembre 2019
Durante i lavori del VI Congresso del Centro Turistico Acli Ascoli, il presidente, Zenobio Angelini, ha voluto ricordare la figura del compianto Prof Vittorio Verdecchia, recentemente scomparso. Il Prof. Vittorio Verdecchia fu tra i soci fondatori delle Acli Picene e per anni ne fu il Presidente Provinciale. Uomo di vasta cultrura, umanità e profonda fede cristiana.
Ciao Vittorio
“Vittò”, come ti chiama la Tua amata Angela.
Non siamo qui x commemorarti, siamo invece per un ulteriore dialogo, il seguito di uno dei tanti fatti in passato, e altri ne faremo, sicuro.
Perché la morte giunge soltanto nel momento in cui più nessuno dialoga con noi. Fin quando questo buio spirituale non arriva , è solo una lontananza.
Una lontananza che man mano si accorcia fino al momento del ricongiungimento. Un colloquio quindi non per tirare le somme, ma per indicare un ulteriore percorso di vita.
Per noi è stato un buon percorso, di errori ne abbiamo commessi, ma sempre in buona fede e in previsione del bene comune per una società In continua costruzione.
Nel Tuo Circolo Acli di Ripatransone (da Te fondato) da studente, hai portato la bandiera con il simbolo originario delle Acli di Achille Grandi, e lo hai difeso e onorato in totale umiltà e disinteresse . Senza mai chiedere ne ricevere in cambio né prebende ne onori (Ne te ne sono state date). Il Tuo linguaggio di fine Letterato, oltre che di sapiente filosofo: ci parlavi di dottrina sociale della chiesa, di come trasferire il Vangelo nella quotidianità della vita. Ci illustravi il Pensiero dei Padri della Chiesa: concetti per noi non sempre facilmente percepibili. Lo comprendevamo però appieno attraverso la tua azione materiale. Quando la teoria si fondeva con la pratica, l’azione sociale prendeva forma e sostanza. Ferragosto 1973 a Colfosco, alle 11 di sera, in attesa che rientrassero i ragazzi, passeggiando verso il passo Gardena, parlavamo di come poter accantonare qualche liretta quale acconto per l’acquisto della sede. E a ottobre Osvaldo riuscì a concludere con i Frati. Ma perché eri cosi favorevole all’acquisto di una sede troppo grande, mentre alla nostra associazione necessitava di spazi molto minori. Erano gli anni dell’ENAIP e Tu da uomo di scuola e di cultura, sapevi come non tutti i ragazzi amassero i banchi del liceo, e si andava già evidenziando una forte dispersione scolastica. Occorreva una moderna scuola socio professionale quale per l’appunto l’Enaip poteva e doveva essere. A mezzanotte del 20 giugno caricammo come un mulo la Tua R/16, sul sedile posteriore tra le tante borse borsette e borsoni c’era Mariella con i vostri tre pulcini, Vito di 8/9 mesi dentro un cesto e Nada e Magda che dormivano sul grembo della mamma. Alle 6 del mattino – Vaneze del Monte Bondone – Hotel Europa iniziava una delle tante stagioni estive, stagioni faticosissime e impegnative ma fatte anche di profonde amicizie e soddisfazioni morali. E… Possiamo ben dirlo, avevamo inventato il turismo sociale in montagna. Poi a settembre, durante i corsi di formazione per i ragazzi dei circoli Acli, con i Tuoi, del Circolo di Ripatransone tornavi ad “insegnare”.
I ragazzi di Ripatransone. C’erano quelli della Ripa bene. Ma Tu preferivi quelli della ripa retriva, della campagna, quelli delle case sparse. Oggi quei ragazzi di allora saranno sicuramente dei validi dirigenti ottimi artigiani , esperti agricoltori. Formavi cosi in montagna una sorta di “scuola di Barbiana” ma a Te la “lettera al Professore” non serviva. Eri il Maestro, il Maestro di vita. Poi la malattia, sentivamo il bisogno della tua parola, del tuo pensiero, della tua saggezza. Il dolore fisico, la sofferenza lo hai accettato con disarmante tranquillità come a voler dare al Signore la Tua disponibilità «Eccomi, sono TUO servo o Signore, avvenga di me quello che hai detto».
Poi il distacco.
Erano smunte, emaciate, sofferenti, piangenti, le Suorine che recitavano il Rosario accanto alla tua bara ma pregavano con una tale forza d’animo, quasi a voler implorare il Signore per l’accoglienza della Tua Anima. Tu però avevi già sistemato la pratica. E da solo… senza intermediari. Giorni dopo Mariella mi spiegava che quelle giovani suorine provenienti da paesi del terzo mondo, chiamavano Lei Mamma e Te Babbo. Insieme a a Te “Vittorio” non possiamo non ricordare “la squadra”. Da Osvaldo in primis a Foglini, Regini Marchesani, De Santis, Olindo Savini, Favilli, Don Mario Ferracuti, Igino Paoletti, Micucci , Croci, Vallesi Tonino Rapetta, Francesco Baldoni, e le tante altre ”persone che con impegno e disinteresse, hanno fatto grande questo Movimento.
Un abbraccio anche da Giorgi Clito.